Blockchain
SONEIUM: LA NUOVA BLOCKCHAIN DI SONY PRONTA A TRASFORMARE IL SETTORE
Sony Block Solutions Labs, una joint venture tra Sony Group e la startup di Singapore Startale Labs, ha recentemente annunciato il lancio imminente di una…
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Corporate
L’industria delle criptovalute, da sempre terreno di sperimentazione e volatilità, entra in una fase in cui la capacità di attrarre capitali non basta più: ciò che serve è credibilità istituzionale e integrazione con i circuiti finanziari tradizionali. In questa direzione si muove Anchorage Digital, prima banca federale statunitense dedicata agli asset digitali, valutata circa 3 miliardi di dollari, che ha appena lanciato un braccio di venture capital destinato a sostenere protocolli on-chain in fase iniziale.
L’iniziativa, chiamata Anchorage Digital Ventures, si distingue dal panorama dei fondi crypto non tanto per le cifre in gioco – i ticket saranno relativamente contenuti, tra 250.000 e 500.000 dollari – quanto per l’approccio integrato. Chi verrà selezionato non riceverà soltanto un assegno, ma anche mentorship tecnica, supporto nello sviluppo del prodotto, consulenza per l’accesso alla liquidità attraverso market maker, e soprattutto un canale diretto con i clienti istituzionaligià serviti da Anchorage, dalle banche ai fondi d’investimento. In altre parole, un vero e proprio trampolino verso l’adozione.
Le aree di interesse rivelano la strategia di lungo periodo: Bitcoin DeFi (BTCFi), per estendere l’uso del “re degli asset digitali” oltre la mera riserva di valore; Real-World Assets (RWA), cioè la tokenizzazione di beni tradizionali come titoli di Stato o immobili, già al centro di numerosi esperimenti istituzionali; e identità decentralizzata, un tema cruciale per garantire interoperabilità con i sistemi bancari e di compliance.
Il percorso è stato definito con precisione: candidature aperte dal 25 agosto, fase di valutazione a settembre, e primo demo day previsto a Singapore in occasione di Token2049 (2-3 ottobre), evento di riferimento per il settore. Le startup selezionate saranno presentate progressivamente nei mesi successivi, in modo da mantenere alta l’attenzione e inserirsi nella narrativa globale dell’adozione istituzionale.
Ciò che rende Anchorage un attore unico è la sua posizione regolamentare. A differenza di exchange o emittenti di stablecoin, la società è riconosciuta come banca federale negli Stati Uniti: questo status le consente di garantire livelli di compliance e sicurezza paragonabili a quelli del sistema bancario tradizionale. Per una startup, entrare nel programma non significa solo ricevere fondi: significa acquisire un sigillo di legittimazione istituzionale, difficile da ottenere altrove.
In prospettiva, l’operazione non si riduce a un’iniziativa di venture capital. Anchorage sembra voler definire un modello nuovo: non limitarsi a custodire asset o a mediare tra finanza tradizionale e DeFi, ma modellare direttamente l’infrastruttura del futuro. Se la scommessa riuscirà, potremmo assistere a una trasformazione profonda: protocolli nati per essere immediatamente compatibili con le esigenze delle istituzioni, in grado di superare quella frattura che per anni ha separato l’innovazione on-chain dal mondo regolato.
In questo senso, Anchorage Digital Ventures non rappresenta soltanto un nuovo capitolo dell’attività di una banca crypto: potrebbe diventare il laboratorio in cui prende forma la prossima generazione di strumenti finanziari, concepiti sin dall’origine per un ecosistema in cui decentralizzazione e regolamentazione non sono più mondi contrapposti, ma parti dello stesso organismo.