Il caso legale tra Ripple Labs e la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, iniziato nel dicembre 2020, ha raggiunto finalmente un turning point con una sentenza emessa dal giudice federale Analisa Torres del Tribunale distrettuale del Sud di New York, la quale condanna Ripple a pagare una sanzione civile di 125 milioni di dollari per la violazione delle leggi statunitensi sui titoli, con riferimento all’utilizzo di XRP come security non registrata per raccogliere fondi.
Il giudice Torres, nell’ordinanza emessa il 7 agosto, ha stabilito che Ripple ha condotto 1.278 transazioni in violazione della Sezione 5 del Securities Act, giustificando così l’imposizione della sanzione, la quale tuttavia è significativamente ridotta rispetto ai 2 miliardi inizialmente chiesti dai legali della SEC.
La sentenza prevede anche un’ingiunzione permanente contro Ripple, che impedisce alla società di violare ulteriormente le normative sui titoli.
Nonostante l’esito del giudizio, i vertici di Ripple, tra cui il CEO Brad Garlinghouse, hanno interpretato la decisione come una vittoria, sostenendo che la riduzione della sanzione rappresenta un successo per l’azienda e per l’intero settore delle criptovalute.
Ripple ha inoltre dichiarato di rispettare la decisione del tribunale e ha affermato di avere ora una maggiore chiarezza per proseguire le proprie attività.