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Zen Q
ETF SPOT BTC: INTERESSE ISTITUZIONALE IN CRESCITA
In base a quanto messo in luce da un’analisi di K33 Research, durante il secondo trimestre del 2024 si è potuto osservare un significativo incremento…
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Un wallet inattivo dai tempi di Satoshi Nakamoto si è “svegliato” dopo 14 anni con il trasferimento di ben 50 BTC su Binance.
Questo movimento di fondi verso un exchange centralizzato è solitamente indicativo dell’intenzione di liquidare le riserve: di conseguenza, si presume che il proprietario abbia convertito i suoi Bitcoin in oltre $3 milioni, considerando che quei 50 Bitcoin furono acquisiti, secondo lo storico transazioni, quando il valore era di soli $0.05 per unità.
L’analisi delle transazioni del wallet indica che i BTC furono ottenuti minando un singolo blocco.
Nel 2010, le ricompense per blocco erano infatti di 50 BTC più commissioni di transazione, mentre attualmente la ricompensa è scesa a 3.125 Bitcoin.
All’epoca, peraltro, il mining era relativamente semplice e poteva essere effettuato con normali computer domestici.
Con il tempo, l’aumento dei prezzi di BTC e l’introduzione di infrastrutture di mining dedicate hanno fatto aumentare l’hashrate della rete, rendendo il processo di mining molto più complesso e costoso.
Le operazioni di mining sono passate da semplici PC a grandi aziende che spendono ingenti somme per l’energia elettrica, e molte di queste sono ora quotate in borsa.
Diversi wallet dell’era Satoshi sono stati riattivati recentemente, in parte grazie ai picchi di prezzo di Bitcoin, che ha superato i $73.000.
Sebbene il prezzo di BTC subisca variazioni, molti detentori a lungo termine e grandi investitori ritengono che sia il momento opportuno per liquidare, in previsione di possibili tendenze ribassiste future.