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COINBASE NELL’S&P500: UN ALTRO PASSO VERSO L’INTEGRAZIONE CON LA TRADFI
Il 6 maggio 2025, S&P Dow Jones Indices ha annunciato l’inclusione di Coinbase Global Inc. nell’indice S&P 500, in sostituzione di Discover Financial Services, che…
Criptovalute
Nel maggio 2025, mentre il mercato delle criptovalute si muove in una fase intermedia tra consolidamento e rinnovato slancio, alcuni indicatori di lungo periodo sembrano suggerire che Bitcoin sia sul punto di inaugurare una nuova traiettoria espansiva. Non si tratta, tuttavia, di un entusiasmo generico o di una semplice proiezione algoritmica: a sostenere questa ipotesi è la convergenza tra segnali tecnici ad alta affidabilità storica e un quadro macroeconomico che, pur frammentato, sta progressivamente riassestando il suo asse sul versante dell’asset inflation.
Il dato empirico da cui prende le mosse l’attuale ondata di ottimismo è rappresentato dal superamento, il 22 maggio, della soglia dei $111.970, che ha sancito il nuovo massimo storico (ATH) per Bitcoin. Più che il valore in sé, peraltro notevole, assume rilevanza la modalità tecnica con cui tale livello è stato raggiunto: secondo l’indicatore OTT (Optimized Trend Tracker), uno degli strumenti più apprezzati per la lettura macro dei cicli di prezzo, Bitcoin avrebbe completato una fase di retest strutturale, posizionandosi ora al di fuori delle bande superiori e dunque in un contesto di breakout confermato. In termini di analogie storiche, un pattern simile si è delineato nel 2016 e, con maggiore evidenza, nel 2020: in entrambi i casi, il superamento delle bande OTT ha anticipato movimenti direzionali culminati nei rally rispettivamente del 2017 (fino a circa $20.000) e del 2021 (fino a $69.000).
“The pattern is so obvious it hurts“, affermano i tecnici di Stockmoney Lizards, sottolineando come le bande OTT, in contesti storici, abbiano rappresentato una delle più limpide metriche predittive per identificare l’inizio delle cosiddette blow-off tops. L’idea di fondo è che, a seguito di un consolidamento su livelli mediani, il prezzo venga sospinto lungo un canale di accelerazione verticale, alimentato dalla compressione della volatilità e da una progressiva riduzione dell’offerta netta sugli exchange.
A corroborare questa lettura intervengono i dati on-chain, che mostrano una progressiva rarefazione dell’offerta circolante e una prevalenza significativa di posizioni long inattive da oltre sei mesi. Secondo il report settimanale di Glassnode, il livello dei $120.000 si configura come prima zona di frizione significativa, in quanto area in cui si attende una riattivazione delle vendite da parte di investitori storici. In caso di superamento con volumi sostenuti, le proiezioni più ambiziose ipotizzano un’accelerazione verso i $150.000 entro la fine del 2025, con estensioni teoriche che potrebbero spingersi fino a $200.000, o persino a $250.000, qualora si inneschi una dinamica parabolica analoga a quella osservata nel biennio 2020–2021.
Tali scenari, pur ambiziosi, poggiano su fondamenta strutturali ben delineate. Sul versante dell’offerta, l’halving di aprile 2024 ha ridotto da 6,25 a 3,125 BTC la ricompensa per blocco, determinando una contrazione dell’emissione di nuova moneta che, nel medio periodo, tende a inasprire lo squilibrio tra domanda e disponibilità. Dal lato della domanda, la presenza istituzionale continua a consolidarsi, trainata in parte dal successo degli ETF spot su Bitcoin quotati negli Stati Uniti e in parte dall’attesa per l’approvazione di prodotti analoghi in Europa, che potrebbero introdurre ulteriori canali regolamentati di esposizione.
Sotto il profilo tecnico, si osserva un aumento dell’open interest su strumenti derivati e una stabilizzazione del funding rate, elementi che suggeriscono una crescente propensione al posizionamento di medio periodo. Le opzioni a lunga scadenza con strike significativamente superiori al livello corrente stanno attirando un volume crescente, indicatore di sentiment rialzista su orizzonti temporali estesi. Al contempo, la volatilità implicita, pur non in contrazione netta, si mantiene su livelli tali da rendere convenienti le strategie direzionali, in particolare quelle basate su strutture di tipo vertical spread o long call.
Rimane tuttavia, come variabile latente, il fattore psicologico e storico della “memoria di mercato”. Nel 2024, la Bitcoin Conference aveva preceduto una repentina contrazione del 30%, evento che ha lasciato una traccia mnemonica nei desk più sensibili alla ciclicità comportamentale. Ciononostante, è proprio il confronto con quella dinamica a sottolineare la diversa qualità dell’attuale impulso: meno rumoroso, più distribuito, e accompagnato da segnali convergenti su più fronti macro, micro e tecnici.
In conclusione, ipotizzare oggi un Bitcoin a $200.000 non equivale più a un wishful thinking alimentato da retoriche anti-fiat o visioni messianiche sulla decentralizzazione. Si tratta piuttosto di un scenario compatibile con le metriche storiche, con i cicli precedenti e con una lettura strutturale delle forze in campo. Se, come avvenne nel post-halving del 2020, la compressione dell’offerta dovesse combinarsi con uno shock esogeno di domanda regolamentata, allora il massimo storico non sarà una sorpresa ma il punto d’arrivo di una traiettoria tecnicamente leggibile.
Il vero interrogativo, semmai, è se tale traiettoria sia ancora tracciabile con gli strumenti noti, o se il mercato abbia già mutato in modo sostanziale i propri vettori strutturali. In entrambi i casi, il 2025 si candida a essere l’anno in cui le ipotesi dovranno finalmente confrontarsi con il giudizio dei prezzi.