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ESPOSIZIONE DELLE AZIENDE A BTC IN CALO: PROSPETTIVE ED ANALISI

ESPOSIZIONE DELLE AZIENDE A BTC IN CALO: PROSPETTIVE ED ANALISI

La prima settimana di aprile 2025 ha registrato una significativa contrazione delle riserve aziendali in Bitcoin, con una diminuzione stimata di circa 4,5 miliardi di dollari, passando da un valore complessivo di circa 59 miliardi, rilevato al 2 aprile, ai 54,5 miliardi di dollari osservati al 7 dello stesso mese.

Questa brusca flessione appare direttamente correlata all’inasprirsi delle tensioni commerciali internazionali fra Stati Uniti e Cina, riaccese dalla recente decisione del presidente Donald Trump di imporre dazi doganali del 50% su una vasta gamma di importazioni provenienti dalla Cina, tra cui prodotti farmaceutici e semiconduttori. Tale decisione ha scatenato reazioni immediate da parte della Cina, che ha annunciato dazi ritorsivi fino al 34% sui beni importati dagli Stati Uniti, aumentando ulteriormente l’incertezza geopolitica e macroeconomica.

La contrazione del valore delle riserve in Bitcoin, detenute complessivamente da 174 entità che controllano circa 3,15 milioni di BTC, ha comportato rilevanti ripercussioni anche nei mercati azionari tradizionali. In particolare, l’ETF Bitwise Bitcoin Standard Corporations (OWNB), che riflette la performance di società quotate con significative esposizioni in Bitcoin, ha subito un calo superiore al 13% in concomitanza con l’annuncio tariffario. Analogamente, le azioni della società Strategy Inc. (ex MicroStrategy), tra i principali detentori aziendali di Bitcoin, hanno registrato un ribasso significativo, perdendo oltre il 10% del proprio valore nell’arco di pochi giorni.

Questa correlazione tra il valore delle riserve aziendali in criptovalute e l’andamento del mercato azionario tradizionale riporta alla luce il dibattito sull’adeguatezza strategica di Bitcoin nelle politiche di gestione delle tesorerie aziendali. Mentre asset tradizionali come i titoli di Stato statunitensi garantiscono maggiore stabilità, trasparenza normativa e conservazione del capitale nel lungo periodo, Bitcoin si configura come un asset altamente volatile e soggetto a un quadro regolamentare ancora ambiguo e in costante evoluzione, ponendo dunque interrogativi cruciali sulla sua idoneità come riserva aziendale a lungo termine.

Nonostante tale contesto di incertezza e di generale avversione al rischio, una parte degli analisti finanziari continua a prospettare scenari positivi per Bitcoin, evidenziando analogie con situazioni passate. Matrixport, ad esempio, richiama il precedente del 2015, quando Bitcoin subì inizialmente un calo significativo in seguito alla svalutazione dello yuan cinese, per poi manifestare una solida ripresa nel medio periodo. Inoltre, Binance sottolinea la capacità storicamente dimostrata da Bitcoin di sovraperformare in contesti caratterizzati da elevata tensione geopolitica e instabilità economica, in virtù della sua funzione di potenziale copertura contro i rischi derivanti da fluttuazioni valutarie e crisi finanziarie tradizionali.

Alla luce di queste considerazioni, la crescente complessità del quadro geopolitico ed economico internazionale, amplificata dal riaccendersi delle ostilità commerciali tra Stati Uniti e Cina, richiede una riflessione rigorosa sull’opportunità di includere Bitcoin nelle tesorerie aziendali. Tale decisione strategica deve necessariamente bilanciare il potenziale ruolo di Bitcoin quale hedge finanziario nei confronti dei rischi geopolitici, contro i limiti strutturali e normativi che ne influenzano significativamente la stabilità e la prevedibilità nel lungo termine.